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oi oi - abitare la soglia

OI OI - ABITARE LA SOGLIA

Il progetto nasce dalla riflessione scaturita da un’esigenza diffusa nel contesto specifico delle case condivise in cui più inquilini abitano spazi condivisi – dove insieme al buon senso vigono delle regole predisposte dagli inquilini stessi per un utilizzo che porti al benessere di tutti – e spazi privati che vengono delimitati da una porta.
Principalmente si è quindi riflettuto già sulla doppia valenza che una porta di interni assume in questo contesto: essa diventa un ibrido tra una porta d’ingresso, che simboleggia l’ingresso nello spazio privato da quello pubblico, e una classica porta d’interni, che determina semplicemente la separazione fra gli ambienti. Nel contesto di una casa condivisa tale soglia indica però ulteriormente una distinzione tra il privato, rappresentato dalla propria stanza, e il semi-privato/semi-pubblico, rappresentato dagli spazi comuni.
A partire da questo si è allora ragionato su quali siano le esigenze in una casa condivisa in termini di comunicazione fra gli inquilini, focalizzando il progetto sulla possibilità di comunicare potenziando il significato e la funzione di un confine fisico, quindi della soglia fra interno e esterno, attraverso
il trattamento materico-sensoriale della porta stessa. Ampliare e reinterpretare le possibilità di interazione tra persone che condividono uno spazio domestico agendo su comunicazione, privacy, condivisione hanno condotto le riflessioni sull’ideazione di un mezzo che permetta una relazione comunicativa alternativa, la reinterpretazione del confine fisico della soglia con rispetto dello spazio privato e l’esplorazione dello spazio semi-pubblico di condivisione.
La porta, da sempre elemento di separazione, diventa in questo progetto mezzo di comunicazione e unione. Attraverso il trattamento materico delle superfici si vuole ottenere un effetto sinergico fra il visivo e il tattile: il gesto impresso su di essa modifica l’ambiente, consentendo la comunicazione e la lettura dei sentimenti e degli stati d’animo di chi si trova oltre la soglia.
Sulla scorta dei fondamenti neuro scientifici per i quali è possibili utilizzare un’esperienza del passato – in relazione all’utilizzo di specifiche zone della superficie di una porta – senza avere coscienza di far uso di memorie preesistenti, è stato possibile creare un codice intuitivo, e quindi leggere configurazioni istintive generate dall’azione meccanica della pressione, fondato su una tassonomia di stati d’animo, atteggiamenti ed espressioni. Premendo dall’interno verso l’esterno sulla porta della propria camera, si comunica la propria disponibilità; premendo dall’esterno verso l’interno sulla porta di un coinquilino, si cerca un contatto. A questi si aggiunge la potenzialità di costruire dei codici cifrati totalmente arbitrari sulla scorta di protocolli d’intesa personalizzabili e accordabili tra coinquilini.
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